Il progetto
Il parco Mediceo di Pratolino fu fortemente voluto da Francesco I de’ Medici, secondo Granduca di Toscana (morto, tra l’altro, in circostanze misteriose nella sua villa di Poggio a Caiano) dal 1574 al 1587.
Il suo fervente amore per Bianca Cappello, sua seconda moglie, e la sua passione per l’alchimia spinsero il Granduca ad ingaggiare i più celebri artisti dell’epoca tra cui Buontalenti e Giambologna per la realizzazione del Parco e dei suoi edifici.
Il Giardino delle Meraviglie e il Gigante dell’Appennino
Il Parco era un luogo quasi onirico, quasi da fiaba: tecnologia e architettura, la mano dell’uomo, si stendevano sulla natura incontaminata per creare percorsi mitologici e simbolici. Esempio e realizzazione principale dell’idea del Parco era l’imponente e magnifico Colosso dell’Appennino, realizzato dal Giambologna intorno al 1580: è la statua, di notevoli dimensioni, di un uomo in atto pensieroso, con una folta barba e lunghi capelli; grotte, passaggi segreti e stanze al suo interno ricevono luce dalle fessure nella parte alta della scultura e da un fuoco il cui fumo fuoriusciva dalle narici del gigante (nei suoi primi anni di vita). Suggestivi giochi d’acqua coronavano la splendida struttura.
Alcuni malevoli sostennero che “Giambologna fece l’Appennino, ma si pentì d’averlo fatto a Pratolino“: non molti avrebbero potuto ammirarne la monumentale ed affascinante opera, che forse non ricevette quella fama che si sarebbe meritata.
Il declino e la rinascita
Dopo la morte di Francesco I il Grande Parco entrò in una fase di declino: si deve aspettare il XVIII secolo per vedere un Granduca tornare ad interessarsi della gestione medicea. Ferdinando III trasformò il giardino all’italiana in un giardino all’inglese.
Nel 1872, la proprietà del Parco passò al principe russo Demidoff (da cui l’attuale nome del Parco) e successivamente finì nelle mani dello stato, in particolare della provincia di Firenze. Il Parco è un patrimonio straordinario di tutti i fiorentini, e non solo, e testimonia come il connubio tra natura e intervento umano possa realizzarsi in assoluta armonia. Quest’articolo è prima di tutto un invito a visitarlo.