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Una riflessione su come viene descritta Firenze dopo lo stupro

Su tutti i principali giornali, nazionali o locali, di ieri, Firenze è purtroppo salita agli onori della cronaca per un fatto orribile, che ha creato un clima di sdegno e di rabbia in tutti i fiorentini e soprattutto negli abitanti di Varlungo.

Lo stupro della ragazza di 21 anni, proveniente dalla Mongolia, sotto il viadotto che porta all’autostrada ha fatto il giro di tutta Italia e diversi esponenti politici si sono espressi sulla notizia. Da una parte il sindaco Nardella ha espresso la sua vicinanza alla giovane, il suo ringraziamento alle Forze dell’Ordine per aver fermato il colpevole il più velocemente possibile e l’augurio che la giustizia possa fare il suo corso. Dall’altra parte, invece, abbiamo le opposizioni, da Donzelli di Fratelli d’Italia a Marco Stella di Forza Italia fino anche al Movimento 5 Stelle, che, compatte, accusano il Partito Democratico di essere corresponsabile dello stupro e non fanno altro che sottolineare l’inefficienza della classe dirigente che guida il Comune. Perfino il ministro dell’Interno Salvini è intervenuto, sfruttando il caso, per chiedere nuovamente la castrazione chimica per gli stupratori.

Al di là della cronaca politica, quello che si percepisce dagli articoli di giornali e da un rapido giro sui social network è una visione di Varlungo distorta, vista come se fosse un fiorentino Bronx. Sembra quasi che una parte del Quartiere 2 sia preda dell’illegalità, della criminalità e dell’anarchia più totale.

La parte est di Firenze è indubbiamente attraversata da problemi di varia entità ma è anche vero che, in realtà, Bellariva, Rovezzano, Varlungo non sono come vengono dipinte.

Quello che viene chiesto all’amministrazione è di poter sanare tutte quelle situazioni critiche che esistono sul territorio oramai da tempo. Ad esempio, l’area ex vivaio che ospita anche la palazzina di due piani, oramai abbandonata, che era stata usata come nascondiglio dallo stupratore. Già qualche tempo fa i Carabinieri erano dovuti intervenire, più volte, per sgomberare il terreno da un accampamento abusivo di nomadi. Pare che quest’area sia stata acquistata da una società di Roma, di novità, però, non ne sono pervenute.

Un’altra situazione al limite è l’ex deposito tram vicino all’Obihall in via de André, che già Tommaso Somigli ha descritto su questo sito (https://www.seidifirenzese.it/2018/07/05/deposito-tram-di-varlungo/). Oltre ad essere un edificio a rischio crollo, è un ritrovo di senzatetto ma, soprattutto, di spacciatori.

Le problematiche sono conosciute, servono interventi forti per sanare situazioni limite e prevenire eventi dolorosi come lo stupro della ragazza mongola e della donna giapponese di qualche tempo fa.
Basterebbero interventi mirati e decisi per far cambiare ai residenti l’idea di essere sotto assedio da parte della criminalità.

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